A.N.FU.GI. - FUNZIONARI STATALI Aderente alla UGL - ANDCD
  Via del Corea 13 - 00190 ROMA - www.anfugi.com

  Associazione che promuove e tutela gli interessi morali e professionali,
  colletivi e individuali dei Funzionari Statali
 
24/04/2002 - I....."GIOVANI SPROVVEDUTI"...

Cari colleghi

      i ..... "giovani sprovveduti"... e per di più "guidati da occulti soloni" hanno dimostrato con inappuntabili argomentazioni giuridiche condivise da decine di pronunce di giudici monocratici e collegiali quanto fossero fondate le loro critiche ai percorsi di riqualificazione così come configurati dalle maggiori organizzazioni sindacali (CGL CISL e UIL) oltre al SAG - UNSA.
     E, finalmente, anche il ministero ha dovuto ammettere l'errore commesso emanando un provvedimento dal capo dipartimento pubblicato nel bollettino del 15 aprile c.a. che, anche se parzialmente, rende giustizia ai funzionari di cancelleria restituendogli la dignità del ruolo che, è bene non dimenticare, è stato conquistato con un vero concorso pubblico nazionale con tre prove scritte oltre ad una orale. Detto provvedimento, riconoscendo l’illegittimità, da noi sempre sostenuta, del CCI e degli avvisi di riqualificazione, modifica in sede di autotutela questi ultimi ristabilendo l’intangibile diritto dai funzionari a non essere scavalcati dai collaboratori, a non essere diretti da chi, privo anche della laurea in giurisprudenza, fino al giorno prima gli era subordinato.
     Provvedimento che, come è stato rilevato da altri sindacati, è datato 24 gennaio 2002, pochi giorni dopo cioè dall’incontro organizzato dallo stesso ministero con i sindacati e nel quale si chiedeva il loro consenso a modificare gli avvisi che già numerose ordinanze avevano riconosciuto illegittimi, pur senza poter emettere un provvedimento favorevole per mancanza del periculum in mora dovuto alla mancata pubblicazione delle graduatorie definitive. Ma in quella sede l’ostinata e pervicace opposizione dei sindacati sopraccitati, tesa a difendere gli interessi corporativi di una parte soltanto del personale, impedì al ministero di compiere un atto che appariva obbligato. Ed infatti, come lo stesso ministero aveva previsto, dopo l’approvazione delle graduatorie definitive sono piovuti una valanga di ricorsi culminati nel provvedimento del tribunale di Regio Calabria del 6 marzo c.a. che con estrema lucidità ha evidenziato inoppugnabilmente la fondatezza delle critiche da noi mosse alle riqualificazioni. Il ritardo, dunque, nella pubblicazione del provvedimento non va attribuito ad un preteso “voltafaccia” ma ad un dovuto riconoscimento delle forti argomentazioni, fondate su dati legislativi e su principi costituzionali, di noi funzionari “imposto” al ministero dai provvedimenti del giudice.
      Ciò ci conforta e ci dà nuova speranza ma non appare sufficiente e rendere condivisibili i percorsi di riqualificazione, pur emendati e seguito del provvedimento del capo dipartimento. Essi appaiono ancora volti ad attuare esclusivamente uno scivolamento in avanti dei colleghi in ruolo da più tempo causa della rilevanza esorbitante che viene data all’anzianità senza che si realizzi una reale selezione. Innanzitutto si vieta in partenza la possibilità a tutti i colleghi giovani, ma anche a moli di coloro che hanno preso servizio nel 1988, di accedere al percorso formativo e ciò in spregio al CCNL che prevedeva un percorso di riqualificazione al quale potessero accedere tutti i funzionari ed al termine del quale i migliori avrebbero dovuto assumere gli onori ma anche gli oneri del direttore di cancelleria.
      In secondo luogo neanche i colleghi che hanno presentato ricorso e che, per tale motivo, sono stati ammessi con riserva al percorso di riqualificazione (si moltiplicano di giorno in giorno i provvedimenti in tal senso) possono sperare di rientrare nel numero dei posti banditi perché il punteggio che li distanzia dai colleghi anziani è incolmabile. La massima votazione conseguibile all’orale, infatti, pari a dieci punti, non consente di colmare da differenza di punteggio esistente al momento dell’accesso al percorso formativo.
      In terzo luogo appare fortemente ingiusto, oltre che antieconomico per il ministero, imporre, in cambio di un aumento di poche decine di euro, ai colleghi riqualificati un trasferimento in sedi distanti anche migliaia di chilometri dal luogo di residenza. Appare evidente e assolutamente prevedibile che ci spingerà numerosissimi colleghi a rinunciare alla qualifica di direttore con conseguente inutile dispendio di energie e denaro pubblico.
      Emerge in maniera lampante, dunque, che gli avvisi di riqualificazione appaiono radicalmente viziati proprio perché non mostrano di avere quale obbiettivo la riqualificazione del personale allo scopo di prepararlo ad impegni nuovi e più gravosi, ma di mirare esclusivamente ad attribuire un modesto aumento retributivo per i più anziani in servizio.
      La nostra associazione, viceversa, e a differenza delle maggiori organizzazioni sindacali a cui va detto grazie per come hanno gestito la contrattazione sulla riqualificazione, ha l’ambizione e la presunzione di voler coniugare l’interesse del personale con quello dell’efficienza e dell’efficacia della pubblica amministrazione, di porsi come valido interlocutore di chi, ministero e magistratura, vuole innovare profondamente il sistema italiano della giustizia per eliminare i nodi che lo rendono eccessivamente lento nel suo operare. Per questo abbiamo lottato sinora e lotteremo in futuro per ottenere la modifica degli avvisi di riqualificazione allo scopo individuare un mix di criteri di selezione che, accanto alla giusta valutazione dell’anzianità, indichino elementi oggettivi atti a premiare chi ha dimostrato di voler fare e di volersi spendere nel lavoro in cui quotidianamente è impegnato per costruire una pubblica amministrazione efficiente ed orgogliosa di sé. In quest’ottica appare essenziale, altresì, che la riqualificazione venga fatta su base distrettuale perché solo così si potranno individuare persone motivate a far bene e a contribuire alla necessaria ed ormai improcrastinabile ricerca di maggiore efficienza della macchina della giustizia.
      Nello stesso senso ci muoveremo anche per quanto concerne le violazioni perpetrate dal Ministero, col beneplacito dei sindacati firmatari della riqualificazione, degli artt. 2 e 19 dell’Accordo sulla mobilità interna del 28/07/1998.
      Ed infatti, numerosissimi provvedimenti giurisdizionali hanno confermato la bontà dei nostri assunti, e cioè che il Ministero, prima di procedere alle nuove assunzioni di personale riqualificato, doveva procedere ad effettuare gli interpelli per i posti vacanti, anziché permettere ai dipendenti C1 riqualificati in C2 di rimanere in soprannumero nei posti da loro ricoperti.
      Siffatta condotta, sicuramente contraria a legge, comportava e comporta che molti nostri colleghi, vincitori di concorso pubblico per esami per il quale necessitava la laurea, costretti ad accettare il posto in località lontane dai propri interessi ed affetti, si vedono scavalcati da personale soprannumerario, con conseguente preclusione del loro diritto di ottenere un trasferimento presso la sede da loro desiderata.
      Non permetteremo mai, attraverso i modi previsti dalla legge, che diritti riconosciutici dalla legge e da precisi accordi vengano messi da parte in un modo siffatto!
      Certi della bontà delle nostre idee continueremo a portarle avanti e a farle conoscere anche a quelle forze sindacali che mosse esclusivamente dall’obbiettivo di ottenere un riconoscimento che premiando tutti finisce per non premiare nessuno, ha finito per deludere e demotivare i suoi stessi aderenti.